Allergia o intolleranza alimentare? Facciamo un pò di chiarezza

Pare proprio che i cibi che mangiamo qualche volta possano nascondere un pericolo. Secondo alcuni dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità e da altri gruppi di ricerca, circa il 20% della popolazione ha problemi di intolleranze a uno o più alimenti regolarmente consumati. Sembra che la situazione ultimamente abbia subito un notevole peggioramento causato anche dalle manipolazioni che subiscono i cibi dal momento della produzione a quello del consumo.

Spesso sento fare confusione tra due termini che però hanno un significato ben distinto: oggi vi aiuterò a capire cosa significa avere un’allergia o un’intolleranza alimentare.

Allergia alimentare

L’ALLERGIA ALIMENTARE è una manifestazione clinica di uno stato di ipersensibilità. Ci deve essere una predisposizione dei soggetti, si acquisisce tramite l’esposizione ad alcune sostanze di origine alimentare (chiamati allergeni alimentari) e la manifestazione clinica si ha quando un soggetto predisposto si espone ad un allergene alimentare ma a partire dalla seconda esposizione. L’allergia determina un risposta del sistema immunitario in termini di produzione di immunoglobuline IgE. Gli allergeni alimentari sono componenti alimentari, essenzialmente proteine, con potere di antigene.

Ma come avviene la reazione allergica?

In seguito all’ingestione dell’allergene (1), nei soggetti ipersensibili l’allergene agisce da antigene (2), produce anticorpi IgE (3) che si legano alla superficie di alcune cellule chiamate mastociti, che contengono granuli contenenti istamina, leucotrieni e prostaglandine (4). Quando il soggetto torna in contatto con il medesimo antigene (5), le IgE così legate stimolano la degranulazione dei mastociti: avviene così la manifestazione clinica dell’allergia (6).

Gli alimenti allergizzanti

Gli alimenti che scatenano il 90% delle reazioni allergiche sono 8: latte, uova, grano, arachidi, soia, noci, pesce, molluschi.

La sintomatologia

Non c’è una relazione dose risposta cioè bastano anche quantitativi minimi di antigene perché si scateni la reazione allergica e la reazione allergica si manifesta quasi immediatamente, da pochi minuti al massimo 1 ora dopo l’ingestione dell’alimento. La manifestazione clinica (sintomatologia) può essere di vario tipo e coinvolgere diversi distretti corporei: nel lattante è maggiormente interessato l’apparato gastrointestinale; nel bambino è la cute e successivamente l’apparato respiratorio; nell’adulto si hanno sintomi più diffusi che vanno dall’orticaria ai disturbi respiratori fino ad arrivare, in qualche caso, a veri e propri shock anafilattici e arresto cardiocircolatorio.

La diagnosi

La diagnosi allergologica necessita di test cutanei chiamati PRICK TEST che consistono nell’applicazione di 1 goccia di estratto allergenico alimentare per singolo allergene solitamente sull’avambraccio. Qualora si voglia avere un’ulteriore conferma dei risultati si può ricorrere al PRIST-TEST o al RAST-TEST. Il primo consente il dosaggio delle IgE totali, il secondo è più approfondito poiché consente il dosaggio di IgE specifiche verso allergeni alimentari specifici. In seguito, se la storia clinica del paziente indirizza verso un alimento preciso, si possono eseguire i test di “scatenamento” attraverso l’assunzione controllata dell’alimento incriminato.

La terapia

Dopo aver identificato, tramite test validati scientificamente, gli alimenti allergizzanti, l’unica terapia consiste nell’eliminare tali alimenti o componenti dalla dieta. E’ importante leggere attentamente le informazioni relative agli ingredienti riportate sulle etichette dei prodotti. L’uso di antistaminici è utile in caso di reazioni acute.

Intolleranza alimentare

Le INTOLLERANZE ALIMENTARI sono invece reazioni avverse di tipo metabolico riproducibili in seguito all’ingestione di un alimento o ad alcune delle sue componenti. La risposta immunitaria non è IgE mediata come nelle allergie, ma tuttavia può esserci una risposta IgA O IgG. Le reazioni non sono dose-dipendente ed è possibile che insorgano anche dopo 24 ore dall’ingerimento del cibo incriminato. Le molecole responsabili delle intolleranze possono essere carboidrati, grassi, proteine e additivi.

Come avviene la reazione avversa?

Alcuni alimenti possono provocare delle alterazioni morfo-funzionali di alcune cellule del sistema immunitario tanto da danneggiarle o distruggerle. Da questi danneggiamenti cellulari si innescano reazioni a catena che possono provocare l’irritazione di svariate aree del corpo, anche lontane dalla sede di reazione iniziale, causando differenti sintomi che nel tempo, mantenendosi lo stato di irritazione cronica, possono costruire vere e proprie malattie. A volte il soggetto è talmente abituato a convivere con alcuni di questi sintomi (come la sonnolenza o certe lievi forme di cefalea) che li considera normali.

Segnali e sintomi

  • Aumento della sudorazione
  • Congiuntivite recidivante
  • Gonfiori alle mani e ai piedi
  • Peso altalenante
  • Ritenzione idrica
  • Sovrappeso
  • Stanchezza generale
  • Cefalea
  • Debolezza muscolare
  • Dolori articolari
  • Alterazioni delle prestazioni sportive
  • Gonfiore addominale
  • Senso di nausea
  • Dolori e crampi addominali
  • Iperacidità gastrica
  • Gastrite
  • Flatulenza
  • Acne
  • Eczema
  • Dermatiti
  • Cellulite
  • Cistiti recidivanti

Quali sono i componenti alimentari più comunemente causa di intolleranze?

Le intolleranze alimentari più studiate, diffuse e conosciute sono l’intolleranza al lattosio e l’intolleranza al glutine (celiachia).

Dato che la celiaca merita un’articolo a parte, oggi vi parlerò dell’intolleranza al lattosio.

Intolleranza al lattosio

Si definisce “intolleranza al lattosio” l’insieme dei sintomi che si possono presentare per l’incapacità di digerire il lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte, causata da una carenza acquisita della lattasi, l’enzima che scinde il lattosio in zuccheri semplici (glucosio e galattosio) rendendo possibile il loro assorbimento a livello del tratto gastrointestinale. La sua mancanza permette al lattosio di passare indigerito nel colon, dove subisce la fermentazione da parte della flora batterica fino a produrre gas e acidi organici, causa di fastidiosi disturbi intestinali (flatulenza, dolore intestinale e diarrea).

L’intolleranza al lattosio nell’adulto è molto comune, infatti circa il 70% della popolazione mondiale non produce lattasi a sufficienza. Questa carenza può essere acquisita ovvero c’è una mancanza fin dalla nascita, può essere secondaria quando l’attività dell’enzima si riduce progressivamente fino a scomparire in alcuni soggetti oppure è un fenomeno transitorio cioè è dovuto al danneggiamento della mucosa intestinale da parte di processi infiammatori che si risolve quando la mucosa intestinale, risolto il problema infiammatorio, ripristina la produzione di lattasi.

Dietoterapia

Il lattosio non sempre deve essere completamente eliminato, infatti per ogni individuo esiste un valore soglia di lattosio al di sopra del quale compare il quadro sintomatologia. tuttavia per scoprire la quantità tollerata bisogna andare per tentativi, ovvero assumere diversi alimenti e quantità e individuare il limite al di sopra del quale si ha la manifestazione clinica.

Fonti alimentari

Latte e prodotti derivati sono l’unica fonte naturale di lattosio.

Di seguito vi riporto le principali fonti alimentari

 

ALIMENTO LATTOSIO (g in 100 g di alimento)
Latte in polvere (Magro) 50.5
Latte un polvere (Intero) 35.1
Latte evaporato 9.2
Formaggino 6.0
Latte di bufala 4.9
Latte vaccino magro 4.7
Latte vaccino parzialmente scremato o vitaminizzato 4.6
Latte di pecora 4.5
Latte vaccino intero 4.5
Latte di capra 4.2
Burro 4.0
Ricotta fresca vaccina 4.0
Yogurt da latte magro 3.3
Yogurt da latte intero 3.2
Crema Bel Paese 3.2
Ricotta romana di pecora 3.2
Yogurt magro alla frutta 3.1
Fiocchi di latte magro 2.6
Pane al latte 1.8
Edam fresco o stagionato 1.0

Non contengono lattosio i seguenti formaggi: Asiago, Caciocavalo, Caciotta Toscana, Certosino, Emmental, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Mascarpone, Mozzarella, Pecorino Fresco, Pecorino Romano, Provola Affumicata, Provola Dolce, Provolone Piccante, Robiola, Scamorza, Stracchino, Taleggio.

Tuttavia il lattosio può trovarsi come ingrediente nelle preparazioni di: pane e altri prodotti da forno, cereali per la prima colazione, purea di patate istantanea, margarina, carni, salamelle, prosciutto cotto, würstel, snack, miscele per frittelle, biscotti, torte, surgelati. E’ importate leggere bene le etichette dei prodotti.

 

Pubblicato da icnutrizionista

Biologa Nutrizionista iscritta all'Albo Professionale SEZIONE A N. ISCRIZIONE AA_076465. Laurea Magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana. Nata il 18 dicembre 1991, vivo a Marnate (Varese).